Capezzano Pianore (LUCCA)
 
 
 
 
 

 

IL PIU' ANTICO DEGLI SPORT MODERNI


 

Introduzione
Il tiro con l’arco e’ definito “il piu’ antico degli sport moderni” perche’ anche se risale a piu’  di  trentamila anni fa, e’ tuttoggi disciplina olimpica praticata da migliaia di persone, grazie alle moderne tecnologie che lo rendono moderno.

  

L’arco nella preistoria
Quando per la prima volta prendi in mano un arco per tirare un freccia, esegui un gesto che risale ad almeno trentamila anni fa. 

L’arco è stato una delle più importanti tappe del progresso umano. Si può ragionevolmente considerarlo un ' arma già affermata trentamila anni or sono, come testimonia la presenza,  fra   antiche pitture rupestri  di Altamira (Spagna), risalenti al Paleolitico superiore, in cui è raffigurato un tipo "lungo" e "ricurvo" dove le frecce appaiono già dotate di impennaggi.
L'arco nel paleolitico era costituito da un ramo flessibile, variamente rifinito, scortecciato e lavorato grossolanamente alle sue due estremità, cui era legata la corda, ottenuta ritorcendo su se stesse fibre di natura vegetale. Le frecce erano ottenute da rami più sottili e flessibili, usati al contrario di quello che ci aspetteremmo: con la parte più spessa cioè usata come sede per una punta e quella sottile intaccata a mò di cocca.
Le punte, in selce o ricavate da schegge di corno di cervo, erano fissate in una tacca praticata nella parte più spessa e legata con fibre vegetali, frammiste a resine varie.
Alla coda oltre ad un abbozzo di cocca erano legate con fili vegetali imbevuti di resina, le piume, di solito due, poste a 180° fra loro: le penne davano al dardo la stabilità nel volo e assicuravano una migliore traiettoria verso il bersaglio.

L'arco e la freccia un tempo erano determinanti per la sopravvivenza dell'uomo. L'arco permetteva agli uomini di diventare provetti cacciatori. 
La preda forniva molta materia prima - la pelle, l'osso, e i tendini - per farne utensili, riparo ed abbigliamento, oltre ad aggiungere proteine alla dieta.  Era più sicuro cacciare con l'arco, perché si poteva abbattere la preda da una certa distanza. 

Gli antichi Egizi, intorno al 3500 a.C., si servirono, per primi, dell'arco come principale arma da guerra. 
Intorno al 1800 a.C. gli Assiri introdussero una nuova configurazione di arco: un piccolo composto di pelle, corno e legno, dalla forma ricurva. Era più potente dell'arco lungo impiegato dagli Egizi e si poteva usare facilmente a cavallo in battaglia.  Questo dava agli Assiri un vantaggio sui loro nemici del Medio Oriente,. 

Anche gli Ittiti usarono il corto arco ricurvo, tirando dai carri leggeri e veloci che avevano iniziato a costruire interno al 1200 a.C. 

La superiorità arcieristica dei Mediorientali continuò per secoli, durante i quali questi popoli combatterono e vinsero gli Europei. Ad esempio, sebbene i Romani fossero considerati dei soldati tenaci, furono superati dagli arcieri Parti, popolo asiatico del terzo secolo, a causa della loro armatura al torace, insufficiente a frenare l'impatto delle frecce. 

I Mongoli conquistarono gran parte dell'Europa e i Turchi respinsero i Crociati, sia a causa dell'equipaggiamento arcieristico, sia per la superiorità dimostrata dalla forma dell'arco ricurvo che la per a migliore tecnica esecutiva. 

Nell'undicesimo secolo, i Normanni svilupparono il longbow che usarono, insieme ad una superiore strategia di combattimento, per sconfiggere gli inglesi nella Battaglia di Hastings nel 1066. 

Il vero perfezionamento tecnico dell'arco si é avuto con i Gallesi, dopo l'anno 1000, poichè questi ne faranno uso continuo in pace e in guerra.
Sotto  il regno di Edoardo I il longbow divenne l ' arma preferita dagli inglesi nelle loro battaglie. Nel 1298 a Falkirk, una forza mista di Inglesi e arcieri Gallesi sconfisse gli Scozzesi, dimostrando il terribile potenziale delle frecce scagliate in massa a grande distanza.
L'efficacia di quest'arco sul campo di battaglia è testimoniata da vari episodi. Ben nota è, ad esempio, la giornata di Crécy, dove gli arcieri di Edoardo III d ' Inghilterra, armati di arco  lungo, il 26 agosto del 1346, al ritmo di dodici frecce al minuto, sgominarono i rinomatissimi balestrieri genovesi, al soldo di Filippo VI di Francia, che, per un solo colpo, fra caricamento e scatto, impiegavano almeno mezzo minuto.
Quest ' arco è ricavato da un unico pezzo di legno, solitamente tasso, ed era un'arma formidabile quando usata da arcieri altamente addestrati.  
Le sue frecce,di legno di frassino o di betulla con punte d ' acciaio di varia foggia, erano mortali a distanze di 100 - 150 metri e quando venivano scagliate a "pioggia" dagli addestratissimi reparti inglesi, seminavano morte e scompiglio nelle fila dell ' esercito nemico. Si pensi che in una sola battaglia, potevano essere scagliate qualcosa come 300 - 350 mila frecce e che, quando gli arcieri finivano per così dire le "munizioni", venivano mandati dei valletti sul campo, che a rischio della propria vita, raccoglievano le frecce conficcate nel terreno.  
La sua lunghezza non era standard, ma variava da pezzo a pezzo ed era pari generalmente, all ' apertura delle braccia di un uomo che, per un uomo alto, corrisponde circa alla sua altezza. La potenza era generalmente di 100 - 120 libbre (circa 45 - 55 Kg) più che sufficienti a forare anche le più dure corazze del 14° e 15° secolo, di qui il motto "con l'asta dura entro l ' armatura"!
Molte ballate del tredicesimo secolo e quattordicesimo secolo, come i racconti su Robin Hood, testimoniano della bravura arcieristica sviluppata dagli inglesi con il longbow. 

Il valore dell'arco come arma da guerra diminuì rapidamente dopo l'invenzione dell'arma da fuoco, nel sedicesimo secolo, ma il divertimento e le sfide con l'arco garantirono che continuasse come sport. 

Nel 1537, il re Enrico VIII promosse il tiro con l'arco sportivo in Inghilterra, incaricando Sir Christopher Morris di istituire una società arcieristica, la Guild of St. George.  Roger Ascham pubblicò il libro Toxophilus nel 1545 con cui preservò la conoscenza arcieristica dell'epoca e mantenne vivo l'interesse per l'arco tra gli inglesi.  Società arcieristiche vennero fondate durante tutto il diciassettesimo secolo e l'indizione di frequenti tornei confermarono il tiro con l'arco come uno sport da competizione.  Il torneo "Ancien Scorton Silver Arrow" si tenne per la prima volta nel 1673 nello Yorkshire, in Inghilterra e si svolge ancora oggi. 

ARCO nell’era MODERNA

Il tiro con l'arco ebbe il suo più pieno sviluppo negli anni Venti tanto da portare alla costituzione, su idea di un gruppo dirigente polacco, della Federazione Internazionale (FITA) che vide la luce a Bruxelles nel 1931 con l'adesione di 8 Paesi.

Il tiro con l'arco, comunque, aveva già ricevuto il riconoscimento da parte del Barone de Coubertin che l'aveva inserito nel programma dei Giochi Olimpici del 1900 a Parigi, del 1904 a St. Louis, del 1908 a Londra e del 1920 Anversa. Curiosamente, una volta costituita, la Federazione internazionale non riuscì più a far iscrivere la disciplina nel programma olimpico fino al suo rientro avvenuto nel 1972 a Monaco (4 anni prima era stato sport dimostrativo in Messico).

L’ARCO IN ITALIA

Nel 1961 le 6 Compagnie già costituite si riunirono all'Arena di Milano e dettero vita alla Federazione Italiana di Tiro con l'Arco (FITARCO). Nel 1962 venne disputato a Milano il primo Campionato Italiano. Nel 1968 veniva riformato lo Statuto Federale. Intanto, sin dal 1964, la FITARCO aveva ottenuto l'affiliazione alla Federazione Internazionale (FITA) e l'anno seguente, per la prima volta, una rappresentativa azzurra prese parte ai Campionati del Mondo.

Evoluzione TECNICA
Gli archi, dapprima formati da un'unica sezione di legno di tasso a curvatura unica con una semplice impugnatura centrale, i cosiddetti Long Bows, passano attraverso un'esperienza con uso dell'acciaio al posto del legno, per poi divenire compositi a doppia curvatura formati da materiali diversi come legno d'acero, fibra di vetro e leghe di magnesio e di alluminio.
Anche le frecce hanno subito trasformazioni sostanziali. Dall'asta in tonchino impennata con penne naturali di tacchino, si è passati al legno di cedro e quindi all'alluminio e al carbonio con impennatura in materiale plastico. Le corde poi dalle fibre naturali ritorte, troppo elastiche per reggere allo sforzo della tensione, sono passate al Dacron, al Kevlar al Fast-flight e al Dyneema fibre sintetiche che rendono la corda dell'arco praticamente inestensibile.

 

 

 
     
   
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